Tisana di tè verde inibisce i betabloccanti
La pubblicazione della ricerca di Misaka e coll.(1) conferma gli effetti clinici negativi sull’assorbimento di un farmaco importante per la sua funzione, un betabloccante, nello specifico il nadololo, usato come farmaco per la terapia dell’ipertensione arteriosa quando assunto contemporaneamente a tè verde.
Lo studio è stato condotto per valutare gli effetti del tè verde sulla farmacocinetica e farmacodinamica del nadololo e per ottenere informazioni sui possibili meccanismi. Dieci volontari sani hanno ricevuto una singola dose orale di 30 mg di nadololo con tè verde o acqua (700 ml/giorno) per 14 giorni. Il tè verde riduce marcatamente la Cmax e AUC0-48 di nadololo dell’85,3% e 85,0%, rispettivamente (P <0,01) senza alterare la clearance renale di nadololo. Ebbene questi soggetti hanno presentato in alcuni casi una riduzione della dose plasmatica del farmaco attivo fino al 75%, con conseguente riduzione della sua attività ipotensiva. Il meccanismo alla base è l'inibizione da parte delle epicatechine del tè verde di uno speciale trasportatore di farmaci, il cosiddetto OATP1A2, implicato nell'assorbimento intestinale del farmaco. In esperimenti di coltura cellulare, il tè verde sembra inibire il trasportatore di efflusso cellulare anionico OATP1A2 presente nell'epitelio intestinale e in parte responsabile del trasporto del nadololo nelle cellule. Questi risultati suggeriscono che l'inibizione di OATP1A2 da catechine del tè verde può essere alla base dell'interazione tè verde/nadololo nell'uomo, sebbene non possano essere esclusi altri meccanismi come ad esempio una interferenza sull'attività di citrocromi e pompe di efflusso. Da valutare inoltre il fatto che tra i substrati del OATP1A2 vi sono numerosi altri betabloccanti, ma anche statine, antibiotici, chemioterapici e steroidi (2). 1. Clin Pharmacol Ther. 2014 Jan 13. doi: 10.1038/clpt.2013.241. 2. NaturaMedica 24 gennaio 2014. Eugenia Gallo Dipartimento NEUROFARBA Università di Firenze