Cicoria
Cichorium intybus L.
Famiglia: Compositae
La Cicoria che cresce spontanea, chiamata anche radicchio selvatico, è la pianta erbacea utilizzata anche ai fini salutistici e medicinali. Quella coltivata invece è apprezzata in particolare come ortaggio ad uso alimentare, e comprende numerose varietà, dalla cicoria propriamente detta, al radicchio verde o rosso, al trevigiano. Considerato l’ortaggio migliore come depurativo del fegato e dell’intestino, attività biologica per la quale pure la varietà spontanea viene utilizzata in ambito salutistico. Caratteristico è stato a lungo lk’uso della radice di cicoria come succedaneo del caffè.
Droga vegetale
Tipicamente utilizzate le foglie ad uso alimentare, dalle quali pure si ricava il succo, o le radici, più spesso usate a scopo medicinale. I fiori utilizzati solo come decorativo di tisane per il loro colore azzurro. Semi.
Costituenti chimici
Antociani, clorofille, derivati fenolici (acido clorogenico ecc.), polifenoli, derivati terpenici, polisaccaridi e tra questi in particolare inulina, minerali (l’ortaggio più ricco in ferro) e vitamine (A e C in particolare).
Indicazioni e modalità d’uso
La tradizione popolare vede nella Cicoria e nei suoi preparati (infusi di foglie, decotti di radici, succhi) un rimedio ad attività depurativa e disintossicante, nello specifico coleretica, utilizzata anche come amaro-tonico, digestivo e aperitivo. Così pure viene descritta nella Monografia dell’ EMA (European Medicines Agency).
Consigliato abitualmente il decotto di radici sminuzzate: 20 g per litro d’acqua. Deve bollire una decina di minuti. Impacchi emollienti con la polpa delle radici fresche vengono pure raccomandati in caso di acne. In alternativa viene consigliata la tintura madre o meglio l’estratto secco.
Molti usi tradizionali sono supportati anche da ricerche precliniche che confermano: a) attività epatoprotettiva, ipotizzandone l’uso anche nei casi di epatosteatosi; b) attività ipoglicemizzante; c) attività antiossidante; d) antiinfiammatoria; e) immunomodulatore. A questo riguardo è tuttavia da rilevare l’assenza di studi clinici, ad esclusione di un trial per valutarne l’effetto in caso di osteoartrite del ginocchio e uno sull’attività antiaggregante piastrinica, ma di scarsa qualità metodologica.
La Cicoria è fonte di inulina, un polisaccaride presente in alta quantità, costituito da numerose unità di fruttosio (polifruttosano), che si comporta innanzi tutto, e a tutti gli effetti, come una fibra che, con l’aggiunta di acqua, funge da massa idonea per stimolare la fisiologica peristalsi. Ed è per questo indicata nella prevenzione e cura della stitichezza cronica, nel colon irritabile, in meteorismo, flatulenza, e diverticolosi. La sua presenza dunque è perfettamente funzionale in integratori di fibre finalizzati a migliorare la peristalsi intestinale torpida, a ridurre le discinesie tipiche dei soggetti con colon irritabile e ad anticipare e prolungare il senso di sazietà durante le diete ipocaloriche. L’ inulina favorisce pure il ripristino della normale flora batterica intestinale, ad esempio alterata in caso di turbe dell’alvo, intolleranze alimentari o antibiotico terapia: incrementa la crescita dei bifidobatteri, riducendo al tempo stesso quella dei batteri patogeni quali salmonelle e clostridi.
Sperimentalmente è stata dimostrata attività antimicrobica e antielmintica e antimalarica, ma senza rilevanza clinica.
Avvertenze
Non utilizzare in caso di gravidanza, allattamento e nei bambini consultare il pediatra. Controindicata in caso di ipersensibilità o allergie, gastroduodenite o ulcera peptica.
Studi ancora preliminari confermano anche estratti di radice di Cicoria possono modificare l’attività di alcuni isoenzimi del Citrocromo P450.
Referenze
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